Día de muertos nello Yucatan

Stai cercando di decidere dove trascorrere quest’anno il famoso Día de Muertos nella penisola dello Yucatan? Allora questo post fa per te.

Día de muertos è probabilmente uno dei simboli più famosi del Messico e si festeggia il 1 novembre. Questo giorno che è visto come Halloween dalla maggior parte delle persone europee o nordamericane, forse a causa della data così vicina a quest’altra festa, in Messico ha ancora un profondo significato spirituale. Tutte le principali città del Messico organizzano una festa di una settimana, con diversi eventi e una grande parata, la più grande e famosa delle quali si svolge a Città del Messico.

Questa parata, chiamata pasaje de las almas , o passaggio delle anime, consiste in un gruppo di persone che camminano con fiori e candele e, secondo la tradizione, simboleggia l’arrivo delle anime che tornano sulla Terra in questo periodo dell’anno per visitare le loro famiglie e amici. Inoltre, le famiglie allestiscono degli altari con cibi e bevande per le anime delle persone che amavano. Se non hai ancora visto Coco, ti consiglio davvero di farlo!

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Nello Yucatan, questa tradizione si fonde con qualche tradizione Maya. Mentre le città più turistiche della Riviera Maya organizzano grandi celebrazioni, se stai cercando un’esperienza autentica non consiglierei di trascorrere questa giornata in una grande città. Inizialmente avevamo programmato di trascorrere Día de muertos a Merida. Tuttavia, bisogna tenere presente che la sfilata per il passaggio delle anime, che è l’evento più importante e caratteristico di questa settimana, non si tiene il 31 ottobre o 1 novembre, ma qualche giorno prima. Ad esempio, durante la nostra visita, la parata si è tenuta il 27 ottobre. Quindi, tienilo a mente quando pianifichi la tua visita.

Festival de Pixanes

Abbiamo scoperto che la parata di solito non ha luogo il 31 ottobre solo dopo essere già arrivati ​​a Valladolid, quindi abbiamo finito per guardarla lì. Ma sono così felice che sia andata così! Valladolid è un paese piccolo e, per questo motivo, ci siamo sentiti di aver vissuto un’esperienza più tradizionale e autentica, e ci siamo sentiti più parte di questa festa, che era esattamente quello che stavamo cercando.

In mattinata siamo andati a visitare il Cenote Zaci, quello nel centro del paese, dove già si vedeva gente che allestiva i propri altari e bancarelle alimentari e artigianali. È stato molto interessante passeggiare e parlare con le famiglie per saperne di più su questa tradizione. Le persone erano molto felici di parlare con noi e di farsi fotografare loro o dei loro altari. Sembrava che ci fosse una competizione per chi aveva il migliore!

📌Tip: Anche se di solito le famiglie sono felici di farsi scattare una foto accanto al proprio altare, è sempre una buona idea chiedere prima di fare una foto!

La sera, intorno alle 20, siamo andati a vedere la sfilata o Festival de Pixanes, come lo chiamano qui. Le strade erano piene di gente, quasi tutti che partecipavano alla parata o semplicemente la seguivano. La gente del posto indossava i costumi tradizionali e il famoso trucco da scheletro. Sebbene la sfilata fosse molto piccola, c’erano anche alcuni carri allegorici e, ancora una volta, le persone erano più che felici di fermarsi per te se ti vedevano mentre cercavi di scattare una foto. Il corteo è durato circa un’ora e si è spostato dalla piazza principale del paese al Cenote Zaci. Qui è dove è iniziata la vera festa!

Parade
Pasaje de las almas per il Día de Muertos a Valladolid

Per prima cosa, abbiamo assistito a una gara di costumi per cani. Dopodiché, abbiamo guardato la tradizionale danza Maya, jarana . Il ballo e la musica erano molto belli e sono andati avanti per un po’. Nelle diverse bancarelle, si può assaggiare anche il cibo locale. Io ho deciso di provare una marquesita, qualcosa che assomiglia a una crepe ripiena di formaggio, ma ha più il sapore di un cono gelato. Sicuramente un sapore strano!

Jarana
Jarana – la tradizionale danza Maya

I festeggiamenti sono andati avanti tutta la notte, non solo nel cenote, ma anche nel centro della città, dove c’erano molti artisti di strada che si esibivano e fuochi d’artificio che partivano dietro la cattedrale.

Il giorno dopo ci siamo spostati a Merida, dove abbiamo scoperto che i festeggiamenti sarebbero continuati fino al 2 novembre. Mentre nei mercati principali era ancora possibile vedere gli altari di famiglia, nei bar e nei locali si poteva prendere parte alle feste di Halloween. Anche qui, nella piazza principale c’erano gruppi che suonavano musica tradizionale e ancora alcune persone che indossavano il trucco tradizionale.

Altar in Merida
Altar in Merida

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Send Sand Back Sardinia – Porta con te i ricordi, non la sabbia!

Avete mai sentito parlare del progetto Send Sand Back Sardinia? Questo progetto vuole sensibilizzare all’impatto che rubare sabbia, conchiglie e sassi da una spiaggia puo’ avere sull’ambiente.

Per questo motivo, i magnifici volontari dietro quest’iniziativa chiedono alle persone che hanno portato via della sabbia dalle spiagge della Sardegna di mandarla indietro.

“Porta con te solo ricordi, lascia solo impronte” è una frase che avrai sicuramente già sentito

Lo so, la natura a volte può essere così meravigliosa che ne vogliamo conservare un ricordo a tutti i costi. Così immagina. Sei in spiaggia e prendi qualche roccia o qualche conchiglia da portare a casa con te come ricordo, e potresti pensare che non sia poi così grave. Dopotutto, è solo una conchiglia e ce ne sono molte in mare, giusto? 

Ma se ogni volta che visitiamo una spiaggia portassimo via un paio di cose, questo avrebbe un impatto enorme sull’ecosistema, sull’ambiente e su tutta la fauna che ci vive. 

Viaggiare in maniera sostenibile è fondamentale per far sì che le generazioni future abbiamo la stessa possibilità che abbiamo avuto noi di scoprire e godere della bellezza del nostro pianeta. E uno degli aspetti positivi dei social è che ci permettono di sensibilizzare sull’importanza di questi problemi. 

Per esempio, un paio di settimane fa, mi sono imbattuta in un progetto meraviglioso chiamato Send Sand Back Sardinia. L’idea alla base di questo progetto è nata dopo aver letto un articolo di giornale che diceva che, se si mettesse insieme tutta la sabbia delle bottiglie trovata durante i controlli di sicurezza in una sola estate, in un solo aeroporto, in Sardegna, si avrebbero diverse tonnellate di sabbia rubata alle spiagge locali. Non solo sabbia! Dalle spiagge della Sardegna vengono portati via anche conchiglie, ciottoli, rocce, minerali e fossili. E questi numeri non tengono conto delle bottiglie di sabbia che potrebbero essere trovate in altri aeroporti o porti, che con le navi e le auto che imbarcano, hanno controlli limitati e senza scanner. Ciò implica che nelle automobili sicuramente è dove si portano via più cose possibili.

Dopo le leggi sul terrorismo nell’aviazione, sono aumentati i controlli e ci si è resi conto solo da pochi anni (grazie agli scanner elettronici) che la sabbia e altro venivano portate via, ma solo da 2017 nasce una legge che lo proibisce. Quindi prima se ne sono portati via quantità incredibili, tanto che alcune spiagge bellissime hanno dovuto chiudere al pubblico per sempre perché la razzia è stata grande negli anni.

“Ovviamente, non si parla solo di turisti che vogliono portare via con se un ricordo del loro viaggio, ma  ma anche persone del luogo, che per farsi casa, invece di comprare la sabbia la prelevavano dalle spiagge, senza tener conto che oltretutto questa sabbia ha un alto tasso di sale che danneggia le strutture edificate.” Ci hanno detto.

Come si puo’ immaginare, l’impatto ambientale di questo comportamento è enorme e ora è diventato insostenibile. Dai un’occhiata a questi articoli per farti un’idea.

In cosa consiste allora questo progetto? Send Sand Back Sardinia vuole sensibilizzare sulla portata del problema e attraverso questo progetto, le fantastiche persone dietro quest’ iniziativa invitano le persone che hanno rubato la sabbia da qualsiasi spiaggia della Sardegna a rimandarla indietro.

L’organizzazione ha un certificato di ringraziamento pronto per chi, capendo il mal gesto, anche dopo anni, voglia riparare e restituire il prelevato.

Il motto dell’organizzazione è “When you forgive, you don’t change the past, you change the future.”. E infatti, questo è quello che mi hanno detto durante una chiacchierata per capire di più circa il loro progetto e come e’ nato: “Il nostro è un progetto si di recupero della sabbia rubata, ma soprattutto di sensibilizzazione per il futuro. Quando ci chiedi come è nato, per noi sardi la risposta è semplice, Perché siamo Sardi, la Sardegna è vista come una madre per noi, non una semplice terra dove vivere, ma una terra da amare, quando ami una terra ne ami tutti i suoi frutti e li senti tuoi e proteggerli ne è una diretta conseguenza.”

Se il solo fatto di sapere che faresti la tua parte per proteggere uno dei posti più belli d’Italia, ma anche l’ambiente in generale, non ti basta, c’ è qualcos’altro che potrebbe convincerti.

I volontari di Send Sand Back Sardinia sarebbero disposti a scambiare la sabbia con qualcos’altro, qualcosa di unico e autentico, come prodotti alimentari, o anche servizi tipo camping, escursioni o simili.

E c’è di più! Oltre a sostenere questo fantastico progetto spargendo la voce, puoi anche essere un “agente segreto”: conosci qualcuno che ha sabbia, conchiglie o pietre dalla Sardegna? Puoi aiutare compilando questo modulo.

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